di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Dopo la Turchia, accordo con la Libia per bloccare i flussi di migranti

di Filippo Miraglia
Nello stesso giorno in cui il neo Presidente USA Donald Trump insediandosi dimostra di voler fare sul serio e dichiara di voler costruire il muro subito, l’UE non trova di meglio da fare che accodarsi alle politiche xenofobe di un presidente imbarazzante. Come è già successo negli ultimi anni, l’UE, senza un’anima e senza una prospettiva politica condivisa, si trova d’accordo solo su un argomento: chiudere le frontiere (come già fatto con la Turchia) bloccando i flussi dalla Libia.

Legge sulla cittadinanza ferma al Senato, le organizzazioni de “L’Italia sono anch’io” indicono una mobilitazione permanente fino alla sua approvazione

Il 13 ottobre 2015, ormai più di un anno fa, la Camera licenziò in prima lettura la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza n.91/92. Il ddl licenziato dalla Camera presenta molte criticità e carenze. Tuttavia la sua rapida approvazione consentirebbe a circa un milione di giovani di origine straniera, italiani di fatto, di diventare italiani anche di diritto. I promotori della campagna hanno deciso di indire una mobilitazione permanente fino a che non vengano stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge.

Norme chiare sull’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati

Il 6 gennaio è entrato in vigore il d.p.c.m. n. 234/16, regolamento che definisce i meccanismi per la determinazione dell’età dei minori non accompagnati vittime di tratta, adottato in attuazione dell’art. 4 d.lgs. n. 24/14.

La corretta identificazione come minorenni dei ragazzi e delle ragazze di età inferiore ai 18 anni che giungono nel nostro Paese costituisce un presupposto essenziale affinché siano loro applicate le misure di protezione e assistenza previste dalla normativa vigente. Se erroneamente identificati come maggiorenni, infatti, questi adolescenti non vengono accolti in strutture per minori e spesso vengono lasciati per strada, con l’elevato rischio di essere vittime di sfruttamento a scopo sessuale o di altro tipo. In alcuni casi, inoltre, vengono trattenuti in un CIE ed espulsi.

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Chiudere tutti i centri di detenzione per stranieri, non aprirne di nuovi

di Filippo Miraglia
Un Ministro del PDS li ha inventati (Napolitano) ed un Ministro del PD li rilancia (Minniti), dopo quasi 20 anni di fallimenti e ingiustizie.
I CIE (Centri di identificazione ed Espulsione), già CPT, in questi anni sono stati il simbolo di una politica proibizionista che, dichiarando di voler promuovere un giusto equilibrio tra diritti e doveri, tra solidarietà e sicurezza, ha alimentato il razzismo e costruito separazione e discriminazione.

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Il razzismo fa parte della nostra cultura

di Filippo Miraglia
Sintetizzando quanto emerge dal quarto rapporto di Carta di Roma potremmo dire che c’è una “normalità” nella violenza verbale, negli insulti e nell’intolleranza diventati tratto saliente dell’identità del Paese. I dati raccontano di “un’emergenza” autoprodotta, che continua a essere raccontata quotidianamente, segnandone la “normalità”.

Il ministro Gentiloni in missione in Africa per stringere accordi di riammissione e contenimento dei flussi migratori in cambio di soldi e promesse di investimenti

In questi giorni il Commissario Europeo all’Immigrazione Avramopoulos è in visita a Bamako, in Mali, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri Italiano Gentiloni, mentre si stanno facendo sentire le proteste delle associazioni maliane preoccupate dalla firma di un possibile accordo tra istituzioni europee e governo del Mali sulle politiche di riammissione e gestione delle frontiere maliane (http://www.expulsesmaliens.info/a-propos-de-la-visite-du.html ).

La visita della delegazione europea è realizzata nell’ambito del dialogo UE-Africa inaugurato a La Valletta. Il ministro Gentiloni continuerà poi il suo viaggio di “azione preventiva per arginare il flusso di migranti” in Niger e Senegal, in base alla logica che sta dietro il migration compact proposto dal governo italiano.

Cosa resterà di Calais

di Sara Prestianni
“Jungle finish” ripetono i migranti. Le autorità francesi non fanno che felicitarsi di questa operazione di “pulizia” annunciando che ne seguiranno a breve altre, simili, per le strade di Parigi dove più di 2000 migranti campano nel quartiere di Stalingrado. Per questo sgombero, come nel 2009, il governo francese ha optato per un’azione “teatrale” , entrando cosi ufficialmente in piena campagna in vista delle elezioni 2017. 5000 i migranti accompagnati nei CAO – centri di accompagnamento e orientamento – in cui avranno un mese per decidere se chiedere o no l’asilo in Francia. Con questa operazione la Francia si è “comprata” un’apparente immagine umanitaria e solidale pur rassicurando l’elettorato di destra nell’aver “ripulito” la frontiera.

Realtà dei migranti e sovrapercezione barbarica

di Walter Massa
Tonino Perna, ragionando su Calais, nei giorni scorsi si domandava da queste colonne «chi invade chi?». Una domanda che merita una risposta articolata, non semplicistica, che in parte lui stesso ha provato a dare. E sulla quale ritengo utile tornare dato che oramai l’assenza di buon senso nel dibattito pubblico sull’accoglienza pare essere l’unico dato di fatto incontrovertibile. Unito, sembra, a una generale ignoranza sulla materia tanto che secondo una recente ricerca del Centro Studi di Confindustria la presenza di cittadini migranti nel nostro Paese appare «sovrapercepita»: da una presenza reale nel 2015 dell’8,2%, la percezione dell’opinione pubblica si attesta al 26%. Se entriamo nello specifico dobbiamo registrare che ad oggi, in tutto il Paese, sono poco più di 145mila le persone accolte nelle strutture di accoglienza. E noi siamo 60 milioni. Una percentuale attorno allo 0,24%. Si può parlare dunque di invasione?

L’Arci al ‘Tech Camp’ sulle migrazioni a Istanbul

di Sara Prestianni
L’Arci ha partecipato all’ultima edizione del Tech Camp sulle migrazioni organizzata da International Medical Corps a Istanbul. L’evento vedeva riunite insieme associazioni turche, libanesi, giordane impegnate nell’accoglienza con associazioni siriane impegnate tanto nelle attività in esilio che in quelle umanitaria nel loro paese martoriato dalla guerra. Erano presenti anche 4 associazioni italiane, una greca e una tedesca.

Il Numero Verde per richiedenti asilo e rifugiati

di Gaia Pietravalle
Il Numero Verde per richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria, gestito dall’ufficio Immigrazione e asilo dell’Arci Nazionale, è attivo dal 2006 come linea telefonica gratuita raggiungibile sia da telefono fisso che da cellulare dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17.30. Telefonando anche in forma anonima al 800 905 570 è possibile accedere al servizio in 21 lingue, grazie al supporto della rete di mediatori, ed orientarsi nella normativa vigente, accedere alla procedura di richiesta asilo, ricevere sostegno nella preparazione dell’audizione in Commissione territoriale, assistenza nelle pratiche di ricongiungimento familiare.