UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE SULL’HATE SPEECH

HATE SPEECH

Le parole d’odio (Hate Speech) rappresentano oramai uno dei principali strumenti utilizzati nel dibattito pubblico, soprattutto in politica. Esse, infatti, consentono di ottenere grande attenzione da parte degli organi d’informazione, tanto più se sono utilizzate per indicare facili soluzioni a problemi complessi o capri espiatori alle paure diffuse, che peraltro contribuiscono ad alimentare. C’è un rapporto diretto tra lo spazio che i predicatori d’odio ottengono nei mass media, soprattutto in quelli ‘main stream’ e la frequenza con cui usano parole d’odio. Ci sono movimenti e partiti, oltre a singoli leader, che hanno aumentato il consenso proprio grazie al ricorso alle parole d’odio.

In particolare il web e i social network sono oramai una cassa di risonanza che amplifica gli effetti delle parole d’odio, raggiungendo un largo pubblico che si fa convincere dalle soluzioni semplificate, ingiuste e sbagliate, che si accompagnano alle parole d’odio. Sono soprattutto i social media, attraverso la diffusione di tablet e smartphone, ad arrivare a un pubblico più giovane e quindi meno predisposto alla mediazione. Per questo come Arci abbiamo deciso, insieme ai nostri partner, di investire su una campagna di comunicazione contro l’hate speech, partita col progetto Prism  e presentata lo scorso 21 marzo, giornata internazionale contro il razzismo, alla Camera dei deputati. In quell’occasione, abbiamo accolto con grande favore la proposta avanzata dalla Presidente Boldrini, durante l’incontro che abbiamo avuto con lei, dell’istituzione di una Commissione di studio mista, presso la Camera, sulle parole d’odio. Una Commissione di cui siamo stati chiamati a far parte insieme ad altre associazioni e alla quale parteciperanno anche i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. La scelta della Presidente Boldrini, che valorizza la presenza della società civile organizzata, rappresenta una conferma della centralità di questo tema e della tempestività con cui l’Arci  è riuscita a programmare un intervento che ha coinvolto molte città, che vedrà come protagonisti i nostri comitati territoriali e, successivamente, tutta la nostra rete associativa.

Una campagna che punta ad intervenire soprattutto sui social media (da qui la collaborazione con Twitter e Facebook) e, attraverso una ‘valigia degli attrezzi’ (Tool Kit), nelle scuole. Con una particolare attenzione quindi ai giovani e agli spazi, virtuali e reali, che frequentano di più.

La Commissione parlamentare contribuirà a monitorare e analizzare il fenomeno, tenendo conto che alcuni dei protagonisti delle campagne d’odio sono rappresentati in Parlamento e potranno partecipare ai lavori della Commissione. La speranza è convincere anche loro almeno a limitare il ricorso alle parole d’odio.

La Commissione potrà anche intervenire sullo spazio che ad esse viene dato nei mass media, con particolare riferimento al servizio pubblico.

C’è infatti uno squilibrio evidente tra le presenze televisive e radiofoniche dei predicatori d’odio e le associazioni che cercano di tutelare i diritti dei più deboli.

Richiamare il servizio pubblico e tutti i media a un maggiore equilibrio e a dare più spazio a chi le parole d’odio le contrasta, può essere uno degli obiettivi del nostro lavoro e della nostra presenza nella Commissione parlamentare.

Di Filippo Miraglia, Vicepresidente nazionale Arci.

Leave Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *