L’Arci al ‘Tech Camp’ sulle migrazioni a Istanbul

Da ArciReport 20 ottobre 2016, di Sara Prestianni Ufficio Immigrazione  Arci Nazionale

 

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L’Arci ha partecipato all’ultima edizione del Tech Camp sulle migrazioni organizzata da International Medical Corps a Istanbul. L’evento vedeva riunite insieme associazioni turche, libanesi, giordane impegnate nell’accoglienza con associazioni siriane impegnate tanto nelle attività in esilio che in quelle umanitaria nel loro paese martoriato dalla guerra. Erano presenti anche 4 associazioni italiane, una greca e una tedesca. Durante la prima giornata, formatori altamente qualificati in digital storytelling, facebook, crowdfunding, campagne, uso di app e sms e corsi educativi online hanno animato delle sessioni di formazione che permettevano ai partecipanti di confrontare le proprie esperienze sul campo ed imparare le principali nozioni di due tecnologie. La seconda giornata ha permesso invece di approfondire – partendo dall’identificazione di sfide ed ostacoli nell’accompagnamento dei rifugiati – dei modi di superarle usando le tecnologie. L’Arci, per il suo carattere internazionale, ha scelto di lavorare con altre associazioni turche e siriane nella riflessione sull’uso di piattaforme comuni per lo scambio di informazioni e contatti tra operatori dell’accoglienza sia su scala nazionale che a livello internazionale. L’obiettivo è quello di mettere in rete realtà diverse per scambio di buone prassi, campagne comuni e diffusione di info sul campo.

Oltre all’importante formazione sull’uso delle nuove tecnologie, il Tech Camp ha permesso anche un importante confronto con realtà impegnate quotidianamente nell’accoglienza dei rifugiati siriani, le sfide quotidiane dell’integrazione, l’educazione di migliaia di bambini nelle scuole e la realtà di interi quartieri che cambiano il loro volto. Un confronto ed uno scambio di pratiche ed esperienze. Un incontro che è stato interessante anche perché di fronte ai 2,7 milioni della Turchia ed altrettanti rifugiati siriani in Libano, la reazione europea di fronte al milione di persone arrivate in Europa acquista un’altra prospettiva.

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