«No finger print» la protesta dei migranti di Lampedusa

Di seguito il comunicato stampa di Arci Sicilia:

Oggi per le vie di Lampedusa 200 Migranti hanno protestato al grido « No finger print » sfilando per le vie dell’isola con cartelli che chiedevano di lasciare il campo . Sono principalmente eritrei e chiedono di essere trasferiti da Lampedusa dove sono detenuti perché si rifiutano che le loro impronte digitali siano registrate nel sistema eurodac.
Un rifiuto che vuole essere una rivendicazione di scelta del paese dove vivere la loro vita per non sottostare alle scelte stabilite dal sistema di ricollocazione o da quello di Dublino che li costringerebbe per sempre in un paese europeo o in Italia non solo per il lungo percorso di riconoscimento dello status di rifugiato, ma anche oltre.
Questa protesta sopraggiunge l’indomani della richiesta di Bruxelles all’Italia di “un’accelerazione” nel “dare cornice legale alle attività di hotspot, in particolare per permettere l’uso della forza per la raccolta delle impronte e prevedere di trattenere più a lungo i migranti che oppongono resistenza”.
La manifestazione di oggi a Lampedusa rende chiaro quanto queste richieste siano irreallizzabili oltre che contrari ai principi fondamentali delle Convenzioni Internazionali. L’ARCI ricorda la recente sentenza della CEDU – caso Khlaifia, 1 sett. 2015 – che, in relazione alla situazione di tre tunisini detenuti nel centro di Lampedusa nel 2011, ha affermato che ogni forma per quanto breve di privazione di libertà deve essere dotata di base legale. Da questa sentenza si evince che il trattenimento dei migranti a Lampedusa, che per alcuni si prolunga da più di un mese, nell’hotspot é una pratica illegale.
I migranti che oggi a Lampedusa manifestano ed hanno iniziato lo sciopero della fame chiedono quello che dovrebbe chiedere l’Italia in Europa: la revisione del trattato di Dublino. Siamo con loro perché l’Europa non può pensare che i paesi di primo accesso diventino non attraversabili, né l’Italia può nascondere che in questi anni il mancato fotosegnalamento è stata una politica portata avanti, solo per certe nazionalità, proprio per consentire la mobilità dei migranti in transito e solo marginalmente causata delle resistenze di chi arriva.L’arci ha già denunciato le pratiche messe in atto dalle autorità italiane, nelle ultime settimane,avvalendosi dell’approccio « hotspot » , come i respingimenti differiti con cui stiamo escludendo centinaia di persone dalle procedure per l’ottenimento di protezione internazionale, che naturalmente surriscaldano il clima agli arrivi.
La soluzione a questa situazione non può essere l’uso della forza, come appare stia accadendo. Chi vuole insinuare il sospetto che dietro le resistenze all’identificazione si celino la criminalità ed il terrorismo ignora i fatti, che ci dicono che il trattato di Dublino è inapplicabile e le resistenze dei migranti del tutto giustificate.
Non possiamo costringere i migranti all’interno dei nostri confini tramite i muri immateriali generati da Dublino. Né possiamo costringerla ad entrare nel piano di ricollocazione che li potrebbe portare in paesi che loro non scelgano. L’Europa si svegli, Renzi ed Alfano dicano chiaramente che l’Italia non potrà che disapplicare il trattato nelle more di una sua modifica.”

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