L’illegalità del sistema hot spot

Sappiamo bene quanto i simboli siano importanti nelle dinamiche della politica di questi tempi. Importanti perché ci aiutano a non perdere di vista valori comuni, memoria e soprattutto impegno. Così è stato ed è anche per la data del 1 marzo, dal 2010 la giornata dedicata alla  riflessione e all’impegno contro le discriminazioni e lo sfruttamento nei confronti dei migranti. È questa la data del primo ‘sciopero dei migranti’, non uno sciopero di categoria ma lo sciopero di quelli che definimmo ‘invisibili’ all’opinione pubblica ma determinanti per l’apporto economico e lavorativo.

All’epoca, quattro milioni e mezzo di cittadine e cittadini, oggi divenuti poco più di cinque milioni. Il 1 marzo è la data che quest’anno scegliamo per denunciare, in particolare, l’illegalità del sistema hot spot e la forte preoccupazione per le segnalazioni che continuano ad arrivarci di respingimenti illegittimi, decisi sul solo criterio della nazionalità, in aperta violazione del diritto internazionale. Questa giornata di mobilitazione internazionale ci dà dunque l’occasione di presentare una denuncia pubblica contro il sistema voluto dall’UE e realizzato alle frontiere europee, Italia compresa. Una operazione di selezione e respingimento che, di fatto, sta negando la possibilità a moltissimi di richiedere protezione e asilo. Una denuncia pubblica necessaria, che abbiamo costruito insieme a molte organizzazioni del Tavolo asilo nazionale e che troverà sintesi in una conferenza stampa al Senato proprio il prossimo primo marzo.  

                 prima_ar_7.jpg

Una denuncia fatta di numeri, dati e testimonianze dirette delle vittime del sistema hot spot e dei suoi respingimenti illegittimi. Una denuncia che vuole squarciare il velo di omertà e offrire il quadro disastroso di un’Europa in piena regressione sociale e culturale; un’Europa incapace di reagire con positività a un dato strutturale di mobilità, sempre più determinata da condizioni di vita insostenibili in diverse parti del mondo (un dato su tutti è bene tenere a mente: negli ultimi 6 anni sono ben 15 i nuovi conflitti scoppiati o ripresi).

Un’Europa che neanche lontanamente assomiglia a quella sognata nel Manifesto di Ventotene da Spinelli e Rossi e che ha tolto definitivamente dal proprio vocabolario le parole accoglienza, salvataggio, asilo e, al contrario, si è rifugiata dietro a muri, requisizioni di beni dei migranti, chiusura delle frontiere e disconoscimento di Schengen. Senza eccezione alcuna per ciò che riguarda governi progressisti o conservatori, socialisti o popolari.

In questa giornata di mobilitazione  vorremmo porre anche un secondo tema all’attenzione dell’opinione pubblica: l’assoluta necessità di rivedere la normativa nazionale sull’immigrazione, partendo dalla revisione non più rimandabile della Bossi-Fini. Lo diciamo anche in virtù di quello che sta accadendo sul fronte accoglienza e asilo, alle centinaia di respingimenti alle nostre frontiere, ai numeri impressionanti di dinieghi che si susseguono per «coloro che non rientrano nei requisiti». Una strada obbligata per tantissimi quella della richiesta d’asilo poiché da troppo tempo, nel nostro Paese, non è possibile entrare regolarmente e con misure dedicate. È questa evidente contraddizione che vogliamo far  emergere in questo 1 marzo del 2016. Una contraddizione che assomiglia sempre più ad una scelta pensata e voluta per lasciare nel caos il nostro Paese e per negare diritti fondamentali a decine di migliaia di esseri umani, ‘colpevoli’ solo di essere nati in un paese diverso dal nostro.

di Walter Massa, coordinatore nazionale Arci Immigrazione e Asilo

Leave Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *